ULTIM’ORA – Il Governo ‘cancella’ i concorsi pubblici e cambia tutto | Ora ti promuovono con una stretta di mano

Concorso lavoro (foto mimit.gov.it) - mediaoneonline.it

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I concorsi pubblici cambiano volto: ma c’è qualche novità che non lascia tranquilli tutti… E via con dibattiti e incertezza

Lo si sa bene:  in Italia i concorsi pubblici rappresentano da sempre una forma storica di accesso al lavoro nella Pubblica amministrazione. Introdotti per garantire trasparenza e uguaglianza, sono stati per decenni il principale strumento per accedere a un impiego sicuro, basato sul merito e non sulla raccomandazione. Ma oggi, questa realtà consolidata sembra essere sotto attacco.

L’Italia ha sempre vissuto una forte differenza tra Nord e Sud in termini di occupazione. Mentre nel Settentrione il tasso di disoccupazione tende ad essere più contenuto e il settore privato è spesso più dinamico, nel Meridione il lavoro pubblico ha rappresentato spesso una delle poche ancore di salvezza per centinaia di migliaia di giovani laureati e diplomati. La scarsità di aziende solide, la precarietà del lavoro privato e la fuga dei cervelli verso il Nord o l’estero hanno reso i concorsi una vera e propria speranza collettiva.

Oggi però, cresce la percezione che i bandi siano sempre di meno. È una sensazione alimentata da ritardi, riforme incerte, e dal blocco di molte procedure concorsuali. A ciò si aggiunge il timore che il lavoro pubblico stia diventando più difficile da ottenere proprio nei territori dove servirebbe di più.

In passato, partecipare a un concorso era sinonimo di investimento sul futuro. Si studiava per mesi, si frequentavano corsi, ci si preparava con serietà. Oggi invece, i giovani si trovano davanti a un orizzonte meno definito. Le regole cambiano, le selezioni si riducono e l’incertezza cresce.

Concorsi pubblici bloccati: cosa sta accadendo?

La notizia è che molti concorsi sono stati bloccati, e con essi le relative assunzioni. Una situazione che preoccupa e che mette a rischio l’equilibrio del settore pubblico, già gravato da carenze di personale e da un’età media sempre più elevata. Il blocco riguarda diversi settori, dagli enti locali alla sanità, e si inserisce in un più ampio dibattito sulla riforma della Pubblica Amministrazione.

Il concorso pubblico è stato finora lo strumento principe per garantire trasparenza e meritocrazia. Il bando ufficiale indicava posti disponibili, requisiti (titolo di studio, cittadinanza, età), prove da sostenere e criteri di selezione. Alla fine del percorso, una graduatoria premiava chi aveva dimostrato preparazione e impegno. Ma tutto questo oggi sembra rallentare, o addirittura fermarsi.

Busta paga lavoro (foto fiscoequo.it) - mediaoneonline.it
Busta paga lavoro (foto fiscoequo.it) – mediaoneonline.it

Una nuova legge cambia le regole: si diventa dirigenti senza concorso

Tra le modifiche più discusse c’è quella introdotta da una nuova legge che, come riportato dal portale La Legge per Tutti, prevede la possibilità di accedere alla dirigenza pubblica senza concorso. Una rivoluzione. L’idea, almeno sulla carta, è quella di valorizzare chi già lavora bene, premiando competenza ed esperienza. Tuttavia, il rischio è che si creino meccanismi poco trasparenti e difficili da monitorare. Dunque, in teoria, la selezione avverrrebbe tramite una commissione “esterna” composta da sette membri, ma non è chiaro chi li scelga e con quali criteri. C’è il sospetto che questa struttura possa diventare solo una formalità, lasciando in mano ai dirigenti interni ogni reale decisione. Inoltre, è previsto un periodo di prova di ben quattro anni, durante il quale il futuro dirigente dovrà “dimostrare” il proprio valore… proprio a chi lo ha promosso. Un circolo vizioso che potrebbe favorire logiche di convenienza e non di merito.

In questo scenario, il sistema rischia di perdere la sua funzione originaria: quella di assicurare un accesso equo e trasparente al lavoro pubblico. Il concorso, con tutte le sue regole, rappresentava una garanzia. Senza di esso, la Pubblica Amministrazione potrebbe diventare terreno fertile per discrezionalità e favoritismi. In conclusione, il futuro dei concorsi pubblici in Italia è incerto. Il blocco delle assunzioni, unito a riforme che puntano su criteri soggettivi, mina alla base l’idea di uno Stato giusto e accessibile. E mentre il Sud resta a guardare, sperando in nuove occasioni, il Nord si confronta con un modello che rischia di lasciare fuori proprio i più preparati…