ULTIM’ORA – Rinvenuta un’isola SEGRETA nel cuore della Sicilia | Gli scienziati sono senza parole, è enorme

sicilia dal satellite (foto pexels) - mediaoneonline.it

sicilia dal satellite (foto pexels) - mediaoneonline.it

Scoperte vulcaniche e meraviglie nascoste: l’incredibile storia dell’isola segreta che… se ne va “via” 

Nel cuore della Sicilia, la natura e il mistero si intrecciano con forza irresistibile. L’isola non è solo terra di cultura e tradizione: è anche un sorprendente laboratorio geologico a cielo aperto.  Nella parte centrale dell’isola, tra le colline brulle dell’entroterra e gli altopiani selvaggi, si celano meraviglie naturalistiche dal fascino magnetico. Un mosaico di paesaggi che spaziano dalle valli verdi dell’Ennese ai boschi ombrosi del Parco delle Madonie, con una biodiversità che lascia senza fiato.

Accanto a queste bellezze si trovano anche enigmi storici, come templi abbandonati in mezzo alla campagna, ruderi normanni in cima a rocce scoscese, necropoli preistoriche scavate nella pietra. Sono testimonianze antichissime, che raccontano di popoli, dominazioni e culture millenarie passate da questa terra unica.

Ma il protagonista indiscusso del paesaggio è lui: l’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa. Maestoso e inquietante, domina la Sicilia orientale con le sue eruzioni imprevedibili e i suoi crateri secondari. È uno dei pochi vulcani al mondo che si può osservare da vicino, quasi toccandolo con mano, ed è meta costante di geologi e appassionati da tutto il mondo.

Tuttavia, non è solo l’Etna a riservare sorprese. C’è una storia che in pochi conoscono, una vicenda tanto affascinante quanto reale: quella della misteriosa isola.

Un’isola nata dal mare e poi sparita

Nel luglio del 1831, nel bel mezzo del Canale di Sicilia, emerse un’isola vulcanica. Fu battezzata in Italia in onore del re Ferdinando II di Borbone, ma fu anche chiamata “Julia” dai francesi e “Graham” dagli inglesi. Il luogo divenne subito centro di interessi internazionali, tra dispute territoriali e studi geologici.

In poche settimane, il cono vulcanico raggiunse i 65 metri di altezza sopra il livello del mare e si estendeva per circa un chilometro di perimetro. Tuttavia, la sua esistenza fu brevissima: costituita da materiali piroclastici molto friabili, l’isola fu letteralmente divorata dalle onde e dalle frane sottomarine nel giro di sei mesi. Oggi non resta che un banco sommerso a 9 metri sotto la superficie del mare: il Banco Graham. L’isola non è un caso “unico”: si trova in una zona altamente instabile, geologicamente parlando, dove sono presenti almeno altri dieci piccoli coni sottomarini. Tutti insieme costituiscono il cosiddetto Campo Vulcanico Graham, formatosi meno di 20.000 anni fa e tuttora considerato un’area vulcanica attiva.

L'isola che scompare (wikipedia) - mediaoneonline.it
L’isola che scompare (wikipedia) – mediaoneonline.it

La leggenda e la scienza si incontrano nel Mediterraneo

Secondo l’Osservatorio Etneo dell’INGV, l’eruzione che diede origine all’isola, che si chiama “Ferdinandea” è classificabile come “surtseyana”, ovvero altamente esplosiva a causa dell’interazione tra magma e acqua marina, proprio come accadde in Islanda negli anni ’60. Questi eventi possono generare nuove isole, ma non nello stesso punto esatto. I coni monogenici, come quello della Ferdinandea, eruttano una sola volta e poi si spengono per sempre. Negli anni successivi al 1831 ci furono vari avvistamenti, nel 1833, 1846 e 1863, ma gli esperti concordano: non si trattò di nuove eruzioni, bensì di esalazioni gassose dal fondale, fenomeni frequenti in quell’area.

Nonostante ciò, la leggenda dell’isola che riappare continua a vivere nel folklore siciliano e nella memoria storica. La Ferdinandea è oggi un luogo di studio e fascino. Rappresenta un raro caso di vulcanismo sottomarino mediterraneo, testimone silenzioso della potenza della Terra e della fragilità delle sue forme. E chissà che un giorno, nel silenzio del mare, un nuovo cono non torni a emergere, raccontandoci un’altra splendida storia…