Vai a Ragusa e ti accorgi della presenza di una PICCOLA TUNISIA | I turisti ne vanno matti, il centro storico è pazzesco

foto sicilia tu nisi (foto goafrique.it) - mediaoneonline.it

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Un vero incanto, quando il barocco si fonde col mare e con la cultura: ecco una cittadina che trasmette Africa 

La Sicilia sudorientale è un vero e proprio scrigno di tesori artistici, architettonici e paesaggistici, e tra le sue gemme più preziose c’è sicuramente Ragusa. Questa città, patrimonio dell’umanità secondo l’UNESCO, rappresenta uno degli esempi più sublimi del barocco siciliano, rinato dopo il devastante terremoto del 1693. Camminare tra le vie di Ragusa Ibla è come viaggiare nel tempo: le chiese, i palazzi, le piazze, tutto racconta una storia di rinascita, arte e passione.

In questo territorio straordinario, anche il mare ha un ruolo da protagonista. Località come Marina di Ragusa offrono spiagge dorate e un mare cristallino, attirando ogni anno turisti in cerca di bellezza e relax. Poco distante, e appena oltre il confine del ragusano, sorge Marzamemi, un ex borgo marinaro diventato icona del turismo estivo. Con i suoi locali fronte mare, i mercatini artigianali e il fascino arabo-siculo, Marzamemi è ormai una delle mete più ricercate di tutta la Sicilia.

Ma non è solo Ragusa a incantare. In tutto il Val di Noto si snodano città straordinarie come Scicli, Modica e Noto, ognuna con il proprio carattere unico. A unire questi luoghi è la raffinata eredità artistica, frutto di secoli di influenze culturali diverse, dalla dominazione araba al Rinascimento italiano, passando per il lungo periodo spagnolo. In questi borghi, il tempo sembra essersi fermato e ogni pietra racconta una storia di bellezza e resilienza.

La luce, la pietra dorata, le chiese monumentali e le vedute panoramiche sul mare sono i tratti distintivi di quest’area straordinaria. Ragusa e i suoi dintorni rappresentano un’esperienza sensoriale unica, capace di coinvolgere mente e spirito. Non si tratta solo di turismo, ma di un vero e proprio viaggio nell’anima della Sicilia. Ma andiamo a scoprire una parte fra le più intriganti.

La cittadina dal fascino nascosto della pietra e della storia

Tra le cittadine meno note al turismo di massa ma ricchissime di fascino ce n’è una in particolare. Il cuore pulsante di questo borgo barocco è Piazza Fonte Diana, dominata dalla fontana omonima e dal maestoso Palazzo Comunale, edificio settecentesco che sorge sopra una suggestiva Terma Romana, scoperta solo nel Novecento. Sulla stessa piazza si affaccia il raffinato Palazzo Iacono-Ciarcià, espressione del tardo barocco siciliano, con loggiati e prospetti riccamente decorati.

Proseguendo a pochi passi, si incontra la Chiesa di San Biagio, con il suo campanile ornato da maioliche colorate, e il Castello dei Naselli, fortificazione nobiliare con radici classiche e affreschi bizantini risalenti all’anno Mille. Il castello fu il fulcro del potere dei Naselli, che elevarono il paese da baronia a contea. Il Battistero, dedicato a San Gregorio Magno, rappresenta una delle testimonianze più antiche del luogo.

foto della cittadina siciliana di notte (foto sicilytourist) - mediaoneonline.it
foto della cittadina siciliana di notte (foto sicilytourist) – mediaoneonline.it

Teatro, cultura, fede e quel cuore “tunisino”

Nel cuore del centro storico sorge il Teatro Naselli, costruito nel 1841 in stile neoclassico e rinato nel 2000 dopo un lungo periodo di abbandono. Con la sua facciata in stile dorico-siculo, oggi è un punto di riferimento per le stagioni teatrali e musicali della città. Piazza delle Erbe, invece, ospita l’antico Mercato del 1871 con loggiati e fontane, oggi sede della Fondazione Gesualdo Bufalino, in omaggio al celebre scrittore. Ed è proprio grazie a Bufalino che sveliamo di parlare, per chi non lo avesse capito, proprio di Comiso.  La Chiesa di Santa Maria delle Stelle, con la sua imponente facciata e la cupola neogotica, è una delle più rappresentative della città. Ricostruita dopo il sisma del 1693 e rimaneggiata fino agli anni ’30 del Novecento, è un esempio di armonia tra gli stili. Al suo interno si conservano stucchi, affreschi seicenteschi e la preziosa statua della Madonna del Carmine, legata alla scuola di Alberto Gagini.

La Chiesa dell’Annunziata e quella di San Francesco all’Immacolata completano l’offerta artistica della città. Quest’ultima, dichiarata Monumento Nazionale, è uno scrigno gotico-catalano dove la famiglia Naselli fece erigere il proprio mausoleo. L’architettura racconta una storia stratificata, dove ogni epoca ha lasciato il suo segno, dalla Sicilia greca a quella moderna. Oltre al suo patrimonio storico e artistico, oggi Comiso è anche esempio di integrazione multiculturale. Secondo i più recenti dati ISTAT, la cittadina conta circa 3.000 residenti stranieri, pari al 10% della popolazione. Un dato significativo, se si considera che una delle comunità più rappresentate è quella tunisina, con una presenza che supera il 4% del totale. Questo ha fatto sì che Comiso venisse soprannominata da alcuni proprio come la “Piccola Tunisia” della Sicilia. Un soprannome che riflette non solo la percentuale, ma anche la presenza viva di tradizioni, ristorazione e attività culturali di matrice maghrebina (nella foto copertina, immagine dalla Tunisia) , che convivono con il tessuto siciliano in un dialogo continuo tra culture diverse. Una nuova identità, ricca di sfumature, che rende Comiso ancora più affascinante.