Canone Rai, è ufficiale: “Via lo sconto” | Ti ritrovi il salasso tutto in una volta e non puoi neanche opporti

Rai insegna (calcioefinanza.it) - mediaoneonline.it
Canone Rai, arriva ancora una volta l’ufficialità: il costo torna ad aumentare, con sommo disappunto dei telespettatori italiani.
Il Canone Rai, spesso definito la tassa più odiata dagli italiani, è tornato sotto i riflettori. Introdotto per finanziare il servizio pubblico radiotelevisivo, nel tempo è stato oggetto di promesse politiche, annunci di abolizione e riduzioni parziali, ma alla fine resta ancora saldamente in vigore. Nel corso degli anni, numerose campagne hanno cercato di contrastarne l’obbligatorietà, soprattutto da parte di chi sostiene di non fruire dei servizi Rai o di non possedere un televisore. Eppure, ogni anno, il canone continua ad arrivare nelle case italiane.
Nel 2024 si era vista una riduzione temporanea: un taglio che aveva portato l’importo annuale a 70 euro. Molti avevano sperato che questo fosse un primo passo verso un’abolizione definitiva o quantomeno verso un alleggerimento permanente della spesa. Tuttavia, il 2025 ha smentito queste aspettative, riportando la quota a 90 euro annui, identica a quella che era in vigore fino al 2023.
Il ritorno alla “normalità” è stato giustificato con la necessità di finanziare adeguatamente il servizio pubblico, che continua a essere ritenuto essenziale per la diffusione dell’informazione, della cultura e dell’intrattenimento. Un’argomentazione che però non ha convinto molti cittadini, i quali ritengono il canone un’imposizione ingiustificata nell’era dello streaming e delle piattaforme on demand.
Nel 2025 il canone viene quindi nuovamente addebitato in bolletta, riprendendo il suo classico schema: 10 rate mensili da 9 euro ciascuna, da gennaio a ottobre. Per chi attiva una nuova utenza elettrica durante l’anno, il calcolo sarà proporzionato in base ai mesi restanti, così da coprire solo il periodo effettivo di abbonamento.
Ma chi può chiedere l’esenzione dal canone quest’anno?
Esistono due casi principali che permettono di ottenere l’esenzione dal pagamento: il non possesso di un televisore e il compimento dei 75 anni entro il 31 gennaio 2025, con un reddito annuo inferiore a 8.000 euro. Nel primo caso, è fondamentale trasmettere ogni anno una dichiarazione sostitutiva all’Agenzia delle Entrate, pena il pagamento automatico dell’importo almeno fino a giugno. Per quanto riguarda i cittadini che raggiungono i 75 anni entro gennaio 2025, l’esenzione può essere richiesta con valore permanente, a patto che il reddito resti al di sotto della soglia indicata e non vi siano conviventi titolari di redditi, eccetto colf o badanti.
La richiesta di esonero dal Canone Rai 2025 va inviata tramite un’istanza all’Agenzia delle Entrate, anche con l’assistenza dei CAF ACLI. Per i non possessori di televisori, l’istanza ha validità annuale e va trasmessa ogni anno, entro il 31 gennaio per coprire l’intero anno solare. Chi dovesse superare i 75 anni tra il 1° febbraio e il 31 luglio, potrà beneficiare dell’esenzione solo per il secondo semestre. Invece, chi li compie entro il 31 gennaio avrà diritto all’esonero totale per l’intero 2025. Va ricordato che per gli over 75, l’esenzione è definitiva finché permangono le condizioni economiche richieste.

Chi paga il Canone fuori dalla bolletta?
Ci sono situazioni in cui il pagamento non può avvenire tramite bolletta elettrica. È il caso di chi vive in affitto con utenze intestate al proprietario o dei residenti nelle isole minori, dove l’energia è fornita da reti non interconnesse. In questi casi, si può pagare tramite modello F24. Il versamento può avvenire in una soluzione unica di 90 euro entro il 31 gennaio, in due semestri da 45 euro (scadenze 31 gennaio e 31 luglio), oppure in quattro rate trimestrali da circa 23 euro (con scadenze 31 gennaio, 30 aprile, 31 luglio, 31 ottobre). Anche per questa modalità di pagamento è possibile ricevere supporto dai CAF abilitati.
Il Canone Rai 2025, dunque, torna proprio a pieno regime, con tutte le regole che lo hanno sempre caratterizzato, ma anche con opportunità concrete di esenzione per chi rispetta requisiti ben precisi. Resta il malumore generale, ma anche l’obbligo di adeguarsi a una normativa che, ancora una volta, sembra destinata a restare.