L’Inps ha giocato d’anticipo e l’ha già comunicato: da questa data ti tolgono questi soldi | Inutile che vai a chiedere spiegazioni

Inps, soldi (foto teleone.it) - mediaoneonline.it
Una decisione che arriva dall’Istituto di previdenza sociale, e che non farà piacere a migliaia di persone.
L’Inps torna a far parlare di sé, con una misura che andrà a “toccare”, di certo, migliaia di pensionati italiani. Negli ultimi anni, l’Istituto nazionale della previdenza sociale ha avuto un ruolo centrale nell’erogazione di numerosi bonus economici, destinati a sostenere le famiglie e i lavoratori in difficoltà economica. Dal 2020 in poi, con l’arrivo della pandemia e della crisi energetica, sono stati numerosi gli aiuti messi a disposizione dei cittadini.
Ma adesso si fa marcia indietro: ecco quanti soldi si riprendono
Il recupero delle somme non spettanti è un diritto che l’INPS può esercitare nei confronti dei percettori di bonus versati per errore. Secondo le normative vigenti, se l’ente accerta un’anomalia dopo l’erogazione, ha facoltà di intervenire direttamente sul cedolino pensionistico per riprendersi quanto dovuto.
La verifica, avvenuta a posteriori, ha mostrato che alcuni pensionati hanno superato alcune soglie reddituali. Prima di entrare nel dettaglio, dunque, basta soltanto dire che a distanza di anni l’INPS si prepara a procedere con i tagli degli assegni, e questi partiranno ufficialmente dal prossimo mese, giugno 2025. L’importo sarà decurtato direttamente dalla pensione. Chi riceverà la decurtazione, intanto, sarà stato già avvisato con una comunicazione ufficiale dell’INPS, inviata tramite raccomandata o tramite messaggio nel portale online dell’istituto. In alternativa, è possibile verificare eventuali riduzioni consultando il cedolino pensionistico di giugno, disponibile online sul sito dell’INPS accedendo con SPID, CIE o CNS.

Come verificare se l’Inps ha “tagliato” l’assegno
Bisogna, innanzitutto, ricordare che errori di questo genere non sono assolutamente imputabili ai cittadini: quando sono stati dati determinati bonus, l’Inps ha agito basandosi su informazioni fiscali provvisorie, non ancora consolidate. Tuttavia, la legge impone il recupero delle somme qualora emergano errori a posteriori, anche a distanza di tempo. La situazione, ad ogni modo, dimostra ancora una volta l’importanza della trasparenza nei rapporti tra cittadino e Pubblica Amministrazione, ma anche la necessità di disporre di dati certi prima dell’erogazione degli aiuti.
Andiamo al punto della questione. Come anticipato, dal mese di giugno 2025 la decisione riguarderà alcuni pensionati in particolare. Si tratta di quelli che, che nel 2022, avevano ricevuto il bonus da 200 o da 150 euro, ma che ora risultano non aventi diritto. In questo senso, tutti gli interessati subiranno un taglio mensile di 50 euro. La riduzione sarà applicata per tutti i mesi necessari a coprire l’importo da restituire: quattro mesi per i 200 euro, sette mesi per i 350 euro complessivi. Se si ritiene che il taglio sia stato applicato per errore, i cittadini possono fare una verifica dei dati del proprio reddito 2021, contenuti nella dichiarazione dei redditi presentata nel 2022. Oltre alla pensione, vanno considerati eventuali altri redditi, come affitti o investimenti. Se riscontra irregolarità, è possibile contestare il recupero rivolgendosi a un CAF o patronato. La misura riguarderà specificamente i pensionati che nel 2022 hanno ricevuto il bonus da 200 euro (per redditi sotto i 35.000 euro) e il bonus da 150 euro (per redditi sotto i 20.000 euro), ma che nel 2021 avevano un reddito superiore a queste soglie. L’INPS provvederà quindi a recuperare l’intero importo attraverso riduzioni mensili da 50 euro sull’assegno pensionistico.