L’Italia ha i soldi per ridurre il surplus commerciale con gli USA, onorare il Patto di stabilità Ue e pagare il 5% del PIL alla NATO?

Fosse Ardeatine, Meloni “Una delle ferite più laceranti per l’Italia”

La notizia è nota da almeno tre mesi, ma in Italia è stata tenuta nascosta in ‘stile’ inflazione all’1,5-2%… La notizia è che la NATO, per continuare ad esistere, vuole da ogni Paese che ne fa parte il 5% del Prodotto Interno Lordo (PIL). Da qui la domanda: quanti sono i Paesi che fanno parte della NATO in grado di corrispondere per il mantenimento della stessa NATO il 5% del proprio PIL? (qui l’elenco dei Paesi NATO: https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_membri_della_NATO). Fino ad oggi, sulla carta, la NATO è costata ai Paesi che ne fanno parte il 2% dei rispettivi PIL.

In realtà, la maggior parte dei Paesi non ha pagato alcunché, mentre altri Paesi, se sono arrivati a corrispondere l’1% è stato tanto. L’Italia non è mai arrivata al 2%. Solo in queste ultime settimane il Governo di Giorgia Meloni, conteggiando anche una serie di spese che, forse, nulla hanno a che vedere con la NATO, ha fatto sapere di essere pronto a pagare il 2% del PIL. E’ stata una mossa furba che non ha sortito l’effetto sperato. Perché l’America di Donald Trump ha detto a chiare lettere due cose. Primo: che dal 2025 in poi tutti i Paesi che fanno parte della NATO dovranno pagare, perché gli USA non hanno più intenzione di pagare per gli altri, com’è avvenuto fino ad oggi. Secondo: tutti i Paesi che fanno parte della NATO dovranno corrispondere il 5% e non il 2% del proprio PIL.

Per l’Italia potrebbe essere un problema? No, perché la cifra, tutto sommato, è abbordabile. Il problema è che, di mezzo, ci sono altre spese che vanno sempre più diventando ‘pesanti’: per esempio, gli interessi sul debito pubblico, che ormai costa all’Italia oltre 100 miliardi di euro all’anno. Poi c’è il nuovo cervellotico Patto di stabilità dell’Unione europea che il Governo italiano ha incredibilmente firmato, che costerà all’Italia da 11 a 13 miliardi di euro in sette anni, da quest’anno fino al 2031 (qui un articolo: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/29/via-libera-definitivo-al-nuovo-patto-di-stabilita-cosa-cambia-per-litalia-dal-2025-fino-a-13-miliardi-di-tagli-o-maggiori-tasse-ogni-anno/7525685/). Ma la mazzata seria, che ancora deve arrivare, sarà il riequilibrio della bilancia commerciale con gli Stati Uniti d’America. L’Italia, lo ricordiamo, incassa un surplus commerciale notevole verso gli USA: quasi 40 miliardi di euro nel 2024. Questo surplus, o quanto meno una buona parte di questo surplus deve sparire. Come? Le vie sono due. Prima via: l’Italia continua sì ad esportare i propri beni in America ma, contemporaneamente, deve importare beni americani per una somma pari, o magari leggermente inferiore al valore dei beni esportati negli USA. Questo significa che, bene che andrà, l’Italia dovrà ridurre il proprio surplus di 30 miliardi di euro: e saranno 30 miliardi di euro che l’Italia dovrà trovare o – ribadiamo – esportando in America 30 miliardi di euro di beni in meno, o acquistando 30 miliardi di euro di beni americani: per esempio, il petrolio o il gas liquido. Sempre che Trump non pretenda la reciprocità anche con l’Italia: in questo caso il nostro Paese, se vorrà continuare a esportare quasi 40 miliardi di euro di beni in America, dovrà acquistare 40 miliardi di euro di beni americani. Ovviamente, se non si raggiungerà un accordo, come annunciato da Trump, scatteranno i dazi doganali del 50% non solo verso l’Italia ma verso tutt’e 27 i Paesi dell’Unione europea.

C’è, infatti, una terza via: il mancato accordo commerciale con gli USA: e questo è lo scenario più probabile, perché la trattativa, per conto dei 27 Paesi Ue, la sta portando avanti, di fatto, la Germania attraverso la Commissione europea che è controllata dagli stessi tedeschi. Intanto è difficile, se non impossibile, trattare questioni commerciali per conto di 27 Paesi con gli americani. La Germania ha un surplus commerciale con gli USA di 85 miliardi di euro (dato 2024). Gli americani hanno fatto capire chiaramente che i tedeschi debbono azzerare il surplus commerciale verso il proprio Paese. Berlino non ne vuole sapere manco a brodo, per dirla alla siciliana. E’ probabile che i tedeschi, che con l’avvento dell’euro hanno fatto il bello e il cattivo tempo nell’Unione europea, proveranno a far pagare agli altri Paesi Ue i costi della forzata riduzione del loro surplus commerciale con gli USA.

Precisiamo che, sia che la Germania, pardon, la Commissione europea trovi un accordo commerciale con gli USA (scenario improbabile), sia che salti tutto e inizi una guerra sui dazi tra USA e Ue (scenario probabile), l’Italia dovrà trovare da 30 o, peggio, 40 miliardi di euro e, contemporaneamente, tagliare dal proprio Bilancio 1 miliardo e mezzo circa di euro all’anno per attuare il Patto di stabilità Ue e corrispondere alla NATO anche il 5% del proprio PIL. L’Italia ha questi soldi? A nostro modesto avviso, no. A meno che il Governo italiano di Giorgia Meloni non decida di aumentare drasticamente tasse e imposte e di effettuare tagli imponenti ai servizi. Ricordiamo che già di per sé l’Italia è uno dei Paesi del mondo con la più alta pressione fiscale. L’economia insegna che aumentando la pressione fiscale, fino a un certo punto aumentano le entrate, superato un certo limite le entrate cominciano a diminuire.

Ebbene, l’Italia, già da anni, ha superato questo limite. Non è un caso che ogni anno i Governi inventino concordati, sanatorie fiscali e via continuando con le diavolerie contabili e fiscali per cercare di rastrellare soldi ai cittadini. Ma ormai questi tentativi falliscono tutti, sia perché un numero sempre maggiore di famiglie e di imprese sono in grande difficoltà e non possono pagare tasse e imposte, sia perché tante famiglie e tante imprese non ne vogliono più sapere di andare dietro allo Stato italiano. Così come 6 elettori aventi diritto su 10 non vanno più a votare, aumenta contemporaneamente il numero dei cittadini che, viste le difficoltà, decidono di non pagare, aspettando magari, per ripensarci, i concordati e le sanatorie che non mancano mai.

Per dirla in breve, non crediamo affatto che il Governo Meloni, per trovare i soldi, potrebbe aumentare tasse e imposte. Semmai farà quello che ha già fatto in questi due anni in modo occulto: tagliare altri servizi. E quali servizi verranno tagliati? Le Province, di fatto, non esistono più. Proverà a scippare un po’ di soldi alle Regioni e ai Comuni che sono già in grandissima difficoltà. Il resto dei soldi il Governo cercherà di prenderli togliendoli alla scuola pubblica e alla sanità pubblica. Ci riuscirà? No, perché questa volta finirà ‘a bordello’, per dirla sempre alla siciliana. ‘Bordello’ che scoppierà comunque, perché con i dazi al 50% le esportazioni italiane verso l’America caleranno drasticamente. Insomma, le previsioni sono buie. E’ stato un gravissimo errore pensare di fare PIL esportando all’infinito beni negli USA. Prima o poi la festa sarebbe finita. Ed è finita. Per fortuna che gli italiani, invece di guardare la realtà, si ‘emozionino’ con il tennis e, un po’ meno, con il calcio…