SCUOLA, la svolta dell’anno | Contratto fisso in tasca SENZA SELEZIONE per chi insegna questa materia

Concorso pubblico (foto tecnicadellascuola.it) - mediaoneonline.it
Ecco cosa sta succedendo nel mondo della scuola e in particolare per una categoria di insegnanti : la notizia appena arrivata
In un Paese in cui il lavoro stabile è sempre più un privilegio, ottenere un contratto a tempo indeterminato sembra un vero e proprio… “sogno” per molti giovani e adulti. Le aziende preferiscono contratti brevi, part-time o a chiamata, e spesso si scivola nel limbo del lavoro in “nero”. Il fenomeno è talmente diffuso che diventa difficile persino per lo Stato monitorarlo e contrastarlo efficacemente.
I controlli fiscali non bastano a scardinare un sistema dove la precarietà è diventata la norma. Tanti italiani accettano lavori sottopagati, senza tutele, né ferie, né contributi. E ciò accade non solo nei settori dell’edilizia o della ristorazione, ma anche in ambiti professionali e intellettuali, dove la regolarità dei contratti dovrebbe essere garantita per legge.
Uno dei settori più colpiti è quello scolastico. L’insegnamento, da sempre ritenuto una professione stabile e dignitosa, oggi è sinonimo di incertezza. I docenti affrontano lunghi percorsi di abilitazione, accumulano punteggi con supplenze temporanee e attendono per anni il miraggio di una cattedra fissa. Non mancano i concorsi, ma sono spesso rari e soggetti a lunghe attese per le graduatorie definitive.
Le proteste e le richieste per una riforma strutturale del reclutamento insegnanti si moltiplicano, ma le risposte concrete faticano ad arrivare. In Europa, la situazione è spesso molto diversa: in molti Paesi gli insegnanti hanno stipendi più alti, maggiore tutela contrattuale e percorsi di immissione in ruolo più rapidi e trasparenti. In Italia, invece, la precarietà scolastica sembra cronica.
Il canale privilegiato che fa discutere
Ma c’è un’eccezione che sta facendo molto discutere: un tipo di insegnante, raramente sotto i riflettori, è riuscito a ottenere quello che gli altri attendono da anni. Mentre i docenti di matematica, lingue, lettere e scienze continuano a navigare tra graduatorie e rinvii, chi insegna una disciplina specifica sta per firmare il tanto atteso contratto a tempo indeterminato.
Non si tratta di un escamotage o di una leggenda da corridoio scolastico: è tutto scritto nero su bianco nella normativa vigente. Si parla di una vera e propria immissione in ruolo senza concorso ordinario. I primi contratti saranno firmati ufficialmente a partire dal 1° settembre 2025. È una svolta concreta, non solo annunciata. Ma andiamo a scoprire di cosa (e chi, soprattutto) parliamo.

L’assunzione arriva di diritto, e… direttamente
Secondo quanto riportato da Orizzontescuola.it, sotto i riflettori sono gli insegnanti di religione cattolica. Dopo anni di servizio e con almeno 36 mesi di esperienza alle spalle, questi docenti avranno infatti accesso diretto all’assunzione, grazie a un concorso straordinario chiamato “IRC”. Tutto avviene secondo la Legge 186/2003, che disciplina l’assunzione di insegnanti di religione con un iter differente rispetto alle altre materie. La procedura prevede quattro fasi: l’approvazione delle graduatorie da parte degli Uffici scolastici regionali, la trasmissione agli Ordinari diocesani, la proposta di nomina da parte di questi ultimi e, infine, la stipula del contratto.
Si tratta, dunque, di un canale speciale, frutto di una collaborazione tra Stato e Chiesa. Incredibile ma vero, direbbe qualucno: finalmente chi ha scelto questa materia ottiene quello che spetta di diritto, ossia l’assunzione. La notizia, per quanto bella, fa comunque discutere, ed accende nuovamente il dibattito sull’equità tra le diverse categorie di insegnanti. Per molti è una rivincita meritata, per altri un’ulteriore prova di quanto il sistema scolastico italiano sia ancora lontano dalla giustizia e dall’efficienza.
