C’è chi ignora che in Sicilia vi è il BORGO DEGLI SCHIAVI | L’unica consolazione è il mare, che posto pazzesco

castello medievale - foto (C) Mediaoneonline.it

castello medievale - foto (C) Mediaoneonline.it

Mistero in una delle province dell’isola, dove si trova un borgo con storie e leggende parecchio particolari… 

In Sicilia si trovano alcuni dei castelli più antichi e affascinanti d’Italia, testimonianze vive di dominazioni passate, battaglie e misteri. Da secoli queste costruzioni dominano colline, borghi e scogliere, raccontando storie di cavalieri, feudatari e conquiste.

Uno dei più famosi è il Castello di Erice, in provincia di Trapani, posizionato su un’altura da cui si domina un panorama mozzafiato sul mare. Antico luogo sacro per i Fenici e poi per i Romani, il castello è intriso di leggende legate alla dea Venere Ericina. Le sue mura evocano il fascino delle epoche che si sono succedute, con il vento che ancora oggi racconta antiche storie a chi si ferma ad ascoltare.

Non meno affascinante è il Castello di Donnafugata, nei pressi di Ragusa, conosciuto per la sua architettura neogotica e per i misteri che lo avvolgono, tra cui passaggi segreti e racconti popolari su amori proibiti e apparizioni.

Ma tra i castelli più suggestivi va assolutamente citato il Castello di Brolo, in provincia di Messina. Costruito in riva al mare, affascina con la sua torre merlata che si staglia all’orizzonte. Sede di numerosi eventi culturali, questo castello è stato descritto dallo storico Gioacchino Di Marzo come “uno dei più pittoreschi della Sicilia”. Ma il nostro focus, oggi, va ad un’altra costruzione che porta con sè numerose leggende e storie da raccontare.

“Qui ci sono ancora gli schiavi”

Spostiamoci, dunque, nel cuore della provincia di Catania, c’è un piccolo paese dove si racconta – con un misto di ironia e amarezza – che “ci sono ancora gli schiavi”. Il riferimento non è certo alla realtà odierna, ma al passato affascinante e misterioso che circonda, appunto, il celebre Castello degli Schiavi.

Questo si trova in uno dei più bei botghi incastonati tra l’Etna e il mare, con paesaggi incantevoli e scorci naturalistici di grande bellezza. Il litorale è caratterizzato da acque limpide e spiagge di origine vulcanica, con tratti sabbiosi alternati a scogliere nere. Il mare è una vera oasi di pace e bellezza, capace di incantare ogni visitatore. Far un giro per questa cittadina – e per il suo castello – significa fare un tuffo in un mondo dove realtà, leggenda e bellezza si fondono. Un luogo che merita di essere scoperto non solo per la sua storia, ma anche per l’atmosfera magica che lo circonda. Ma andiamo nei dettagli.

L'interno del castello degli schiavi (foto histouring.com) - mediaoneonline.it
L’interno del castello degli schiavi (foto histouring.com) – mediaoneonline.it

Il misterioso Castello e la leggenda turca

Il Castello degli Schiavi, a pochi passi dal centro, è un edificio carico di suggestione. Ci troviamo, intanto, per far chiarezza, a Fiumefreddo di Sicilia. La leggenda, in particolare, racconta che agli inizi del Novecento si diffuse la storia romanzata secondo cui un medico palermitano, Gaetano Palmieri, ricevette in dono un appezzamento di terreno dal principe di Palagonia per aver guarito suo figlio. Palmieri costruì lì una villa fortificata, amata dalla moglie Rosalia, che intratteneva una relazione con Nello Corvaja di Taormina. Quando la zona venne attaccata da pirati turchi, i due furono rapiti. Tuttavia, grazie all’intervento eroico del Corvaja e di un gruppo armato di giovani, i turchi vennero sconfitti. In segno di gratitudine, venne costruita una chiesetta e una loggia con due statue di turchi pietrificati che ancora oggi sembrano scrutare il mare, in attesa dei loro compagni. Da qui nasce il nome “degli Schiavi”.

Il castello è oggi di proprietà della famiglia Platania, baroni di Santa Lucia. L’ingresso è segnato da un arco in pietra lavica, sormontato da una scultura saracena. Degna di nota è la loggia con le due statue, utile in passato per la sorveglianza. Gli interni si sviluppano su due livelli: otto stanze al piano superiore e un piano inferiore collegato a uno scantinato con una botola che, secondo alcuni, conduceva alla famosa Torre Rossa. Questa torre funeraria di epoca romana, situata in un agrumeto nei pressi della SS 120, è realizzata in mattoni di terracotta che le conferiscono il caratteristico colore. Nonostante il tempo e l’incuria, rimane, senza alcun dubbio, uno dei simboli archeologici della zona.