30 Aprile 2024

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Raffadali, papà poliziotto spara 15 colpi e uccide il figlio di 24 anni

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TELE ONE canale 19 e 519 in tutta la Sicilia www.teleone.it Quindici colpi di pistola da distanza ravvicinata: così è stato colpito a morte un ragazzo di 24 anni, Vincenzo Gabriele Rampello, ucciso a Raffadali in provincia di Agrigento. A sparare, con la pistola d’ordinanza, è stato il papà poliziotto. Gaetano, 57 anni, è assistente capo coordinatore della polizia di Stato è in servizio nel decimo reparto Mobile di Catania. L’omicidio è avvenuto in pieno centro cittadino, sotto gli occhi dell’impianto di videosorveglianza installato dal Comune su piazza Progresso. L’uomo dopo aver sparato è scappato provando a far perdere le proprie tracce, ma il cerchio attorno a lui si è stretto ben presto. Identificato dai carabinieri, è stato bloccato mentre tentava di salire su un autobus di linea. Interrogatorio in corso L’uomo è al momento interrogato nella stazione dei carabinieri di Raffadali dal sostituto procuratore di Agrigento, Chiara Bisso, che coordina le indagini col procuratore Luigi Patronaggio. Secondo quanto si apprende, Rampello sta rispondendo alle domande del magistrato e avrebbe ammesso di avere assassinato il figlio al culmine di un litigio. Alla stazione dei carabinieri sono presenti anche il capitano Alberto Giordano, capo del nucleo operativo e radiomobile, e il maggiore Marco La Rovere, che guida la compagnia di Agrigento. L’omicidio è avvenuto nella piazza centrale della cittadina e i 15 colpi di pistola sono stati sentiti da commercianti e anche residenti. Secondo quanto ricostruito in piazza Progresso vi sarebbe stata una nuova – forse l’ennesima – discussione del ragazzo con il padre che, ad un certo punto, ha estratto la pistola d’ordinanza ed ha iniziato a fare fuoco, uccidendo il figlio. Poi, il poliziotto in servizio al reparto Mobile di Catania si è spostato su una panchina, verosimilmente in attesa di pullman di linea. Ad intercettarlo, bloccarlo, ed arrestarlo sono stati i carabinieri del nucleo Operativo della compagnia di Agrigento. Secondo quanto finora trapelato sembra che la giovane vittima avesse alcuni problemi di natura psichiatrica. Le immagini delle telecamere Le immagini delle telecamere sono state fondamentali per arrivare a lui. L’assassino è poi scappato, senza lasciare alcuna traccia dietro di se. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Raffadali e sono accorse pattuglie di rinforzo dell’Arma del comando provinciale. I carabinieri conducono le indagini ad ampio raggio per ricostruire con certezza il movente. Il padre del giovane ucciso, all’arrivo dei militari non ha opposto alcuna resistenza. Anzi poco dopo ha confessato il delitto. A Licata l’altra tragedia in famiglia Ancora una lite familiare sfociata in tragedia, come solo una settimana fa è accaduto sempre nell’Agrigentino, a Licata, dove Angelo Tardino, 48 anni, ha sterminato la famiglia del fratello al termine dell’ennesima violenta discussione per una eredità contesa. Il pm Patronaggio: gesti di follia non arginati In entrambi i casi le indagini dei carabinieri sono coordinate dal procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, che oggi commenta: «I recenti episodi di tragica ed inaudita violenza avvenuti in questi giorni in provincia di Agrigento hanno evidenziato malesseri profondi all'interno della società e delle famiglie, acuiti dal grave isolamento provocato dalla pandemia e non adeguatamente contenuti da un sistema socio- sanitario-assistenziale non sempre pronto ad erogare idonei servizi alla collettività». « Troppo spesso quelli che vengono definiti “gesti di follia”», ha aggiunto il magistrato, «sono il portato di conflitti sociali e familiari che il `sistema´, inteso in senso ampio e non escluso quello giudiziario, non è stato in grado di adeguatamente e legittimamente arginare e contenere». All rights reserved – Questo video è protetto da copyright ed è espressamente vietato ogni utilizzo, riproduzione od uso, parziale o totale enzo click sito